L’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), guidata dal Presidente Giuseppe Busia, ha recentemente sollevato la necessità di coordinare la legge sull’equo compenso (Legge 49/2023) con il nuovo Codice dei contratti (D.Lgs 36/2023). L'ANAC, agendo come organo di vigilanza e controllo, ha rilevato l'esistenza di potenziali criticità e ambiguità nel coordinamento tra queste due leggi, creando un terreno di incertezza per professionisti e organizzazioni.

Il punto cruciale del dibattito riguarda l'interpretazione delle previsioni dei parametri di riferimento per le prestazioni professionali secondo le tabelle ministeriali, contenute nel Decreto del Ministro della giustizia del 17 giugno 2016 e richiamate nell’Allegato I.13 al nuovo Codice dei contratti. Secondo l'ANAC, l’articolo 41, comma 15, del D.Lgs 36/2023 stabilisce che tali parametri dovrebbero essere utilizzati per determinare i corrispettivi per le fasi progettuali nelle gare di appalto dei servizi di ingegneria e architettura.

Tuttavia, a creare ulteriore confusione è il cambiamento di terminologia rispetto al precedente Codice dei contratti (D.Lgs 50/2016), che includeva la locuzione «criterio o base di riferimento», termine assente nella nuova normativa. Questo cambiamento potrebbe avere un impatto significativo sull'interpretazione delle norme in materia di compensi professionali.

L'ANAC ha quindi sollevato la questione se la legge sull'equo compenso abbia reintrodotto i parametri professionali minimi e, se sì, quale sia la riduzione massima consentita per rimanere nel perimetro dell'equo compenso. Se la Legge 49/2023 venisse applicata alla lettera, i bandi diventerebbero gare a prezzo fisso, con il rischio di limitare la competizione, a discapito soprattutto dei professionisti più piccoli e meno strutturati.

Il Presidente Busia ha quindi chiesto un intervento della Cabina di Regia presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, per definire una soluzione univoca, possibilmente supportata da un chiarimento o da un intervento normativo.

La questione è stata evidenziata anche dall'OICE, l’Associazione delle Organizzazioni di ingegneria e di consulenza, che ha sottolineato come, nell'attuale contesto normativo, ogni professionista possa contestare gli esiti delle gare bandite dal 20 maggio 2023, data di entrata in vigore della legge sull’equo compenso.

Questa situazione di incertezza potrebbe avere un impatto significativo sul settore dei servizi professionali, in particolare per quanto riguarda l'attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). È quindi fondamentale lavorare per una maggiore chiarezza e coordinamento legislativo, al fine di garantire un'effettiva e corretta competizione.

In allegato l'Atto del Presidente dell'Anac

Fonte: ANAC

Categorie:
Equo Compenso