L’agroalimentare rappresenta ormai un’asset class (cioè una tipologia di investimento finanziario) ambita dai principali operatori economici, sempre alla ricerca di nuove opportunità di investimento.
E non è sicuramente un caso se negli USA il più grande “agricoltore” è risultato essere Bill Gates, quarta persona più ricca del mondo e nerd per sua stessa definizione ma anche silenzioso accumulatore seriale di terreni. Infatti negli ultimi anni ha formato nei vari Stati degli USA una “mega fattoria” costituita da oltre 242.000 acri di terreni agricoli (qualcosa come 980.000.000 mq).
I motivi di tale scelta sono molteplici: entra in gioco sicuramente il ruolo della terra come “bene rifugio” rispetto all’inflazione, ma non solo. Infatti molti investitori riconoscono varie opportunità all’investimento fondiario e al settore agroalimentare, tra cui la possibilità di costruire un sistema di produzione alimentare e agricola più sostenibile ed efficiente, quindi in linea con i più recenti approcci ESG del mondo finanziario.
La conseguenza di tutto ciò è la maggiore frequenza con cui si assiste, anche in Italia, a consistenti investimenti nell’ambito del settore agricolo e agroalimentare. Se a livello mondiale sono oggi più di 700 i fondi di investimento specializzati nel settore agroalimentare (nel 2005 erano meno di 50) e gestiscono oltre 120 miliardi di dollari, anche in Italia il fenomeno è in rapidissima crescita.
Si è partiti nel 2018 con DeA Capital – società del Gruppo De Agostini che si occupa di investimenti in private equity (attività di investimento istituzionale in capitale di rischio di aziende non quotate caratterizzate da un elevato potenziale di sviluppo) e nel settore dell’alternative asset management, – con la costituzione di IDeA Agro, il primo fondo di private equity italiano dedicato ad investimenti in aziende della filiera agricola (per oltre 100 milioni di euro), localizzate nel territorio italiano ed operanti in modo ecosostenibile.
Successivamente, molti altri fondi sono comparsi sulla scena, come ad esempio il Fondo italiano Agri&Food - promosso dal Fondo italiano d’investimento Sgr, nato su iniziativa del Ministero dell’economia e delle finanze e di altri primari partner finanziari - che si propone di raccogliere 250 milioni da investire nel settore agroalimentare italiano.
Quindi se gli operatori finanziari guardano con rinnovato interesse ai nuovi investimenti sostenibili nel settore primario e della trasformazione agroalimentare (vedi l’approfondimento in allegato, tratto da un recente articolo de L’Informatore Agrario), anche i professionisti e i valutatori che operano in questo settore devono aggiornare le loro competenze tecniche.
Per quanto riguarda l’aspetto valutativo, si segnala l’upgrade fatto da ABI (Associazione Bancaria Italiana) lo scorso anno, con l'inserimento nell’ambito delle sue Linee guida per la valutazione degli immobili in garanzia di una specifica appendice dedicata alle Aziende agricole ed agroindustriali (A.2 APPENDICE 2 - La valutazione di “Asset Speciali”).
Inoltre è molto importante conoscere le linee guida adottate a livello internazionale per analizzare e valutare i singoli deal che entrano nel mirino dei Fondi immobiliari … ma di questo vi parleremo prossimamente.
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