La recente sentenza n. 1494/2024 del TAR Salerno rappresenta una svolta significativa nel panorama giuridico dei contratti pubblici e dell'equo compenso. Il tribunale ha deciso che la disciplina dell'equo compenso, come stabilito dalla L. n. 49/2023, non è automaticamente integrabile (eterointegrabile) nei contratti pubblici. Questa decisione segna un cambiamento rispetto agli orientamenti precedenti, che avevano adottato una visione più rigida e automatica dell’applicazione degli onorari minimi stabiliti dalla legge.
I Punti Chiave della Sentenza
- Non Eterointegrazione della L. n. 49/2023: La sentenza chiarisce che la legge sull’equo compenso non può essere applicata automaticamente ai contratti pubblici. Questa scelta è giustificata dalla necessità di mantenere una logica pro-concorrenziale, tipica dei contratti pubblici.
- Verifica dell’Anomalia: Il rispetto dell’equo compenso viene valutato principalmente attraverso la verifica dell’anomalia, un subprocedimento attivato quando vi sono sospetti sulla sostenibilità economica dell’offerta. Questo processo è discrezionale e mira a garantire che le prestazioni professionali non siano rese a prezzi incongrui, permettendo allo stesso tempo alle amministrazioni di aggiudicare appalti a prezzi competitivi.
- Soft Law vs. Normativa Imperativa: La discrezionalità conferita alla pubblica amministrazione nella valutazione dell’equo compenso rende la normativa più simile a meccanismi di soft law, anziché a una norma imperativa di rango legislativo. Questo approccio flessibile consente di bilanciare la tutela del professionista con le esigenze di concorrenza e sostenibilità economica dei contratti pubblici.
- Impatti sui Rapporti Professionali: La sentenza non si pronuncia sul rapporto tra l’operatore economico e il professionista, lasciando aperta la possibilità per quest’ultimo di ricorrere al rimedio privatistico per l’accertamento della nullità delle clausole contrattuali che stabiliscono compensi inferiori ai minimi tabellari.
- Necessità di un Chiarimento Normativo: Alla luce di questa sentenza, emerge con urgenza la necessità di un intervento legislativo che chiarisca l'interazione tra la disciplina dei contratti pubblici e quella dell’equo compenso. Un chiarimento normativo è essenziale per garantire una maggiore certezza giuridica e una tutela effettiva dei professionisti tecnici nel contesto delle gare pubbliche.
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Categorie:
Equo Compenso