Il CNAPPC (Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori) ha inviato una lettera ai Ministri dell’Economia, delle Infrastrutture e Trasporti e del Lavoro, sollecitando un intervento correttivo per allineare il nuovo Codice dei contratti con la Legge sull’Equo compenso. Il problema principale risiede nella discrepanza tra questi due atti normativi, che potrebbe portare a interpretazioni ambigue, contenziosi, e rallentamenti o blocchi negli affidamenti dei servizi di architettura e ingegneria.

La Legge sull’Equo compenso, introdotta con la legge 49/2023, stabilisce che nei contratti di servizi di architettura e ingegneria, le clausole che prevedono compensi inferiori a quelli calcolati secondo il Decreto Ministeriale citato siano nulle. Tuttavia, il Codice dei contratti, in particolare l'articolo 108, adotta criteri di aggiudicazione basati sul minor prezzo o sull'offerta economicamente più vantaggiosa, che possono includere offerte al ribasso rispetto ai corrispettivi standard.

Il CNAPPC, evidenziando questa contraddizione, chiede un adeguamento del Codice dei contratti per garantire chiarezza e coerenza con la Legge sull’Equo compenso. Inoltre, il Consiglio ha annunciato l'intenzione di inviare una circolare alle stazioni appaltanti e agli ordini territoriali per sottolineare l'illegittimità dell'applicazione di ribassi ai corrispettivi stabiliti, riservandosi il diritto di agire legalmente in caso di violazioni della legge.

In sintesi, il CNAPPC mira a garantire che i professionisti del settore ricevano un compenso equo e conforme alle normative vigenti, evitando pratiche di ribasso che potrebbero compromettere la qualità e la sostenibilità dei servizi offerti. Questa richiesta evidenzia l'importanza di un quadro normativo chiaro e coerente per il settore, fondamentale per il suo corretto funzionamento e per la tutela dei diritti dei professionisti coinvolti.

Fonte: CNAPPC

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Equo Compenso