Sulla questione del giusto compenso si stanno dicendo e si stanno scrivendo fiumi di parole: si tratta di un tema che ha, evidentemente, ricadute importanti nella vita professionale di qualsiasi professionista, valutatore immobiliare compreso.
Ma che cosa si deve intendere con equo compenso? Quali sono le ricadute anche in termini deontologici?
Ne abbiamo parlato con Angelo Donato Berloco, Presidente di E-Valuations.
In qualità di presidente di E-Valuations, il suo è sicuramente un punto di vista privilegiato sulla questione dei compensi dei professionisti, in modo particolare dei valutatori immobiliari.
Che cosa sta succedendo negli ultimi tempi? Perché è sempre più difficile farsi pagare il giusto?
Gli pseudo processi di liberalizzazione, che a mio avviso hanno avuto come unica conseguenza l’abrogazione dei tariffari minimi, unitamente alla crisi economica che ha investito tutti i settori produttivi italiani negli ultimi anni, sono certamente alla base del continuo deterioramento del potere di acquisto dei professionisti.
Una conseguenza immediata di tale situazione si è manifestata con il massiccio ricorso alla pratica dell’offerta economica al massimo ribasso che, unita all’assenza di parametri utili a misurare la qualità del servizio offerto, stanno determinando inevitabili ripercussioni sulla qualità generale delle prestazioni erogate ai committenti (cittadini, giudici, banche, ecc.).
In questo senso, un esempio paradigmatico per coloro che si occupano di valutazioni immobiliari è rappresentato dal ricorso - peraltro sostenuto anche da E-Valuations - davanti alla Corte Costituzionale sulla questione di legittimità costituzionale avanzata con l’ordinanza del Tribunale di Vicenza relativamente al sistema di norme che regolano i compiti dello stimatore nelle perizie giudiziali e ne sanciscono il compenso.
Perché si è arrivati a tanto?
Principalmente perché vi è una scarsa conoscenza del lavoro professionale.
Anche nel caso della norma in questione (il riferimento è all’art. 161 c. 3 disp. Att. Cpc – cfr legge n. 132/2015, ndr) il tutto si risolse con una politica al ribasso.
In parole semplici, gli assunti di base su cui poggiava il provvedimento sono: “tanto le stime vengono fatte male, per cui paghiamole poco”; “tanto i tecnici sono tantissimi e qualcuno disposto a fare la stima lo si trova sicuramente… il resto si aggiusterà da solo attraverso l’asta”.
Un circolo pericoloso, che genera danni ai professionisti seri e al sistema in generale…
Pericolosissimo! In questo modo, invece di migliorare la situazione, si innesca una spirale molto negativa: bassa qualità – basso prezzo – ancora meno qualità – ancora più basso prezzo – ancora meno qualità.
Ma perchè si è creata questa situazione?
I motivi sono più d’uno. Per esempio, molti professionisti, seppur abilitati a svolgere le stime, fanno le valutazioni solo come “accompagnamento” alle altre attività di studio (progettazione, catasto, consulenza tecnica in generale).
E pertanto non riescono ad avere una preparazione di base adeguata, né possono aggiornarsi adeguatamente e costantemente. Sappiamo benissimo che moltissimi tecnici - la maggioranza - non direbbero mai no al proprio cliente, non direbbero mai “non sono adeguatamente preparato e aggiornato per svolgere questo incarico”. E pertanto improvvisano…
Con quali conseguenze?
Le conseguenze ci sono per il cliente, per il professionista, per il sistema: non dimentichiamo che un deontologico svolgimento della professione è un aspetto fondamentale per un adeguato e corretto sviluppo economico e sociale del Paese.
Soffermiamoci sul committente. Quali sono i rischi concreti?
Il rischio concreto è che nell’immediato non emerga il “gap” tra qualità richiesta nella valutazione e qualità offerta dalla valutazione. L’incarico viene comunque svolto e l’unico criterio di analisi è il prezzo della prestazione, perchè il cliente è portato a dare l’incarico a colui che chiede di meno.
In pratica, sia il committente, sia lo stesso tecnico valutatore, non sono in grado di misurare “costi e benefici” del servizio richiesto/offerto.
Come se ne esce?
Occorre che entrambi gli interlocutori - cliente e tecnico - facciano particolare attenzione. Il committente, da parte sua, deve stare in guardia, perché affidare una perizia al professionista sbagliato, potrebbe portare a far risultare vero il famoso meme che gira in rete: “Se pensi che un professionista ti costi troppo, non sai quanto ti costerà un dilettante”.
E il tecnico?
Per i tecnici valutatori il discorso è diverso.
Da tempo esiste ed è stato condiviso da parte di tutti i nostri Ordini e Collegi un benchmark per il lavoro del valutatore: si tratta degli standard di valutazione - IVS, EVS, Codice Tecnoborsa, Linee guida nei vari settori operativi, credito, ambiti giudiziari, fondi immobiliari… - e pertanto, in caso di contestazione ex-post del lavoro svolto, il tecnico si potrebbe trovare ad affrontare seri problemi per dimostrare di avere rispettato “l’obbligazione dei mezzi” ovvero di aver operato in linea con i migliori standard operativi riconosciuti per il settore in oggetto. Le valutazioni, nel nostro caso specifico.
In questo complicato scenario come si pone E-Valuations?
Sin dalla nostra nascita - siamo nel 2007 - ci adoperiamo per diffondere i principi di una moderna cultura estimativa, informiamo i soci sullo stato dell’arte in tema di standard di valutazione e di linee guida operanti nei vari settori di interesse delle valutazioni (credito, giustizia, ecc.) e, per quanto possibile, proviamo a incidere nella discussione sulla definizione degli standard di valutazione.
Siamo infatti associati e presenti in TEGoVA, in Tecnoborsa, in UNI e in altri ambiti che discutono questi temi. Inoltre partecipiamo attivamente a specifici tavoli, un esempio è quello di ABI per il settore del credito oppure degli NPL.
Quindi, per chiarire ancora meglio, non organizzate corsi di aggiornamento?
Essendo un’associazione senza scopo di lucro, quello che sicuramente non facciamo è un’attività commerciale, ovvero non organizziamo corsi a pagamento per tutti.
Al contrario, stimoliamo i nostri soci a prepararsi, aggiornarsi, qualificarsi per essere sempre più VALUTATORI QUALIFICATI, CAPACI, ESPERTI.
Con quali strumenti stimolate l’interesse dei soci?
I nostri “strumenti operativi” sono i tantissimi eventi informativi organizzati in giro per l’Italia- sono oltre 120 negli ultimi 10 anni - i webinar, l’invio di documentazione tecnica e quant’altro possiamo offrire ai Soci per diffondere una moderna cultura estimativa.
Altra direzione importante della nostra azione è rappresentata dalla fase di INFORMAZIONE degli stakeholder (i committenti) sia sui potenziali rischi che si assumono utilizzando una valutazione che non risponde agli standard, sia sui vantaggi che possono invece trarre da una valutazione di qualità.
E poi c’è l’Annuario…
Sì, infatti. Per evidenziare al mercato la specificità dei nostri soci, pubblichiamo un ANNUARIO, il quale riporta il loro profilo professionale, gli ambiti delle loro specializzazioni.
Un tema sempre molto attuale è la certificazione del valutatore immobiliare, ossia uno strumento che probabilmente contribuirebbe a superare l’impasse sulle capacità del professionista di cui si diceva.
Come si pone E-Valutations in questo senso?
Stiamo stimolando i soci a certificarsi in base alla norma UNI 11558:2014, norma condivisa da tutti i nostri Ordini e Collegi professionali quale benchmark per dimostrare una specifica competenza nel campo delle valutazioni immobiliari.
Ma va chiarito che si tratta di una premessa utile, ma non sufficiente per offrire un servizio di qualità, perché le competenze vanno comunque dimostrate “sul campo”.
Alla luce di quanto ci siamo detti fino ad ora, sul tema dell’equo compenso qual è la posizione di E-Valuations?
A fronte di tutto quando detto, come associazione chiediamo solo che le valutazioni di qualità siano apprezzate e quindi pagate adeguatamente: produrre qualità costa sicuramente di più rispetto all’improvvisazione.
Ma che cosa si può fare per far comprendere l’importanza della qualità delle valutazioni e per fare in modo che le perizie qualitativamente adeguate vengano pagate il giusto?
Come ho anticipato, E-Valuations è intervenuta a sostegno dell’iniziativa davanti alla Corte Costituzionale, in modo da “scardinare” il pensiero errato del legislatore, ovvero “Il tecnico fa male le stime e alza i valori per essere pagato di più e pertanto l’asta non va a buon fine. Ergo, il tecnico viene pagato solo se l’asta si chiude. Il compenso è legato al risultato dell’asta”.
Si tratta di obbligazione di risultato e non di mezzi. In altre parole, se stiamo al caso in esame davanti alla Corte, per noi si tratta di un grave errore metodologico.
Che soluzione proponete?
Una soluzione molto semplice, che non costa nulla e che può avviare un processo di qualità molto virtuoso.
Cioè?
Chiediamo che nelle leggi inerenti i temi in discussione venga richiamata la necessità di rispettare i migliori standard valutativi riconosciuti sia a livello internazionale, sia a livello nazionale, da parte di tutti gli ordini e collegi professionali. Inoltre offriamo agli stakeholder - i giudici, in questo caso - gli strumenti per chiedere rapporti di valutazione di qualità, in linea con i migliori standard riconosciuti dagli stessi Ordini.
In altre parole, siamo in grado di dotare il Giudice degli strumenti per valutare la qualità dei report di valutazione (il riferimento è alla procedura di riesame delle stime, ndr).
Infine, chiediamo che gli incarichi di valutazione siano remunerati secondo i condivisi criteri per la determinazione dell’equo compenso, cioè un compenso proporzionato a quantità, qualità, contenuto e caratteristiche della prestazione.
In conclusione, che cosa vi aspettate?
Non possiamo che auspicare uno sforzo congiunto di tutte le parti in causa volto a contemperare le esigenze di tutti. In altri termini, da una parte favorire i processi di liberalizzazione (sinora parziali e mai concretamente attuati a 360 gradi) e dall’altra di rispettare l’art. 36 della nostra Costituzione il quale sancisce il riconoscimento del diritto dei professionisti ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro svolto.
Ultima domanda: per far parte della grande famiglia di E-Valuations cosa bisogna fare?
E' semplice, è sufficiente essere legittimati alle stime immobiliari e avere interesse a crescere nella professione di Valutatore Immobiliare, conviene associarsi o rinnovare l'associazione entro il 31 marzo 2019 in quanto, fra aprile e maggio, va in ristampa l'Annuario 2019.
Sul nostro sito è disponibile la pagina dei Dieci motivi per diventare Socio di E-Valuations.
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