Un Paese normale deve conoscere la fotografia reale di tutto il patrimonio immobiliare presente sul suo territorio, e l’esatta destinazione d’uso dei terreni.

Si chiama “aggiornamento del Catasto” e serve a classificare e a determinare i valori sulla cui base si pagano le imposte sugli immobili: Imu, tassa di registro quando si compra da un privato, tassa di successione e donazione, oltre a contribuire al calcolo dell’Isee per chi chiede contributi e agevolazioni pubbliche.

Allora perché su un tema così scontato si accapigliano da decenni tutti i partiti? Perché modificare il valore del singolo immobile significa anche modificare l’importo delle imposte che il suo possessore deve eventualmente pagare.

Trent’anni di vuoto

Il Catasto attribuisce a ogni immobile, sulla base delle sue caratteristiche, una “rendita”. I valori di base sono stati definiti per l’ultima volta nel 1989, in previsione dell’arrivo del-l’Ici, ed è evidente che numeri scritti oltre trent’anni fa non hanno alcuna attinenza con i valori di mercato attuali....

Fonte: Corriere della Sera

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