Il sistema bancario per la concessione di credito ipotecario, le relative insolvenze con UTP, NPL e le perizie con in loro valori sono quotidianamente all’attenzione dell’opinione pubblica e riempiono i palinsesti dei convegni e seminari di settore alcune novità si prospettano all’orizzonte.

Ne abbiamo parlato con Luciano Pizzichini già responsabile ufficio perizie del gruppo Banco Popolare.

Pizzichini cosa ci dobbiamo aspettare sul sistema bancario con la nuova gestione BCE anche a valle del Meccanismo europeo di stabilità (MES)?

Dal primo novembre 2019 Christine Lagarde, già Direttrice generale del Fondo monetario internazionale, ha assunto le funzioni di Presidente della Banca centrale europea (BCE). La sua nomina era stata decisa dal Consiglio europeo il 18 ottobre 2019, per un mandato della durata di otto anni.

Se dal punto di vista della politica monetaria l’avvicendamento è improntato ad una continuità con il suo predecessore Mario Draghi, sul tema della politica di controllo degli Istituti di Credito ci si aspettano importanti novità.

In aggiunta la riforma del MES è una bomba ad orologeria sul sistema creditizio. La Germania, che ci impone la riduzione del debito, difende a tutti i costi il suo sistema bancario, in gravi difficoltà. E per farlo ha trasformato il MES in un Fondo Europeo salva-banche.

Secondo la classifica dell’EBA, cioè dell’Authority Bancaria Europea, emerge come l’Italia possa contare su istituti di credito più solidi rispetto a quelli francesi e tedeschi quindi è possibile prevedere, in occasione delle prossime verifiche della BCE, un atteggiamento più rigido nei confronti delle banche italiane al fine di riequilibrare lo scenario di difficoltà del sistema finanziario europeo.

Senza considerare gli scenari legati all’imminente avvento della Brexit, che comportano il ricollocamento sul territorio europeo di alcune delle strutture di controllo, tra le quali proprio l’EBA.

Ma questo cosa comporta?

Lo spostamento dell’EBA da Londra a Parigi è già stato deciso, ciò comporta che la Francia si ritroverà ad avere nella stessa città sia l’EBA che l’ESMA, l’autorità europea sui mercati finanziari. Aumenterà quindi l’importanza della Francia nella finanza europea, con tutte quelle sottili influenze, il cosiddetto “soft power”, che possono pesare sulle regole emanate da queste due autorità finanziarie europee.

Non dimentichiamo che oggi la Francia è un buon alleato della Germania, mentre sembra essere molto meno amica dell’Italia …

Dal punto di vista delle verifiche sui crediti cosa succederà alle banche italiane?

Il possibile atteggiamento di irrigidimento degli ispettori BCE potrebbe trovare terreno fertile nell’attuale procedura di valutazione degli asset di natura immobiliare a garanzia delle esposizioni creditizie.

La direttiva europea n. 17 del 2014, recepita in Italia con il DL 21.4.2016 n. 72,ed i conseguenti aggiornamenti delle linee guida ABI, hanno fornito indicazioni sugli standard da utilizzare per l’esecuzione di stime immobiliari.

Pur in presenza di questo quadro normativo le banche italiane si sono mosse in ordine sparso senza uno standard comune che fornirebbe una lettura chiara ed univoca. La situazione è variegata con personalizzazioni della modulistica e contenuto informativo differente ed in alcuni casi non sufficiente.

Sarebbe necessario introdurre uno standard operativo comune?             

L’applicazione di uno standard condiviso avrebbe indubbi vantaggi.

Consiste nell’individuare un modello condiviso di perizia sia per il mercato retail che quello corporate con un contenuto informativo completo ed esaustivo, capace di fornire le necessarie informazioni all’organo deliberante ma nel contempo permettere la verifica sia all’ispettorato interno sia agli organi di controllo esterni.

In quest’ottica risulterebbe più trasparente il processo decisionale di erogazione del credito ed inoltre il sistema bancario agli occhi dell’ispettorato BCE si presenterebbe, per quanto attiene a tale mercato, in maniera compatta ed organizzata.

Anche su base statistica, l’analisi una modellizzazione condivisa, consentirebbe alla BCE / Banca d’Italia di effettuare un’analisi aggregata sull’intero mercato italiano in quanto i dati sono disponibili con lo stesso contenuto informativo.

Un altro vantaggio è l’interoperabilità dei rapporti di stima, ovvero la possibilità di lettura ed analisi di dati di perizia da parte di operatori diversi, questione rilevante nel caso di operazioni in pool o surroghe.

Cosa intende per Standard Operativo?

Com’è noto da anni esistono gli Standard Estimativi o Valutativi come gli IVS, EVS, il Codice delle Valutazioni Immobiliari di Tecnoborsa e le Linee Guida promosso dall’Associazione Bancaria Italiana le norme UNI 11512:2015 e 11558:2014 tutti formalmente allineati nei principi ma purtroppo si devono registrare diverse interpretazioni da parte sia degli operatori sia della vigilanza interna ed esterna degli istituti.

Uno Standard Operativo condiviso che tenga conto degli Standard Estimativi rappresenterebbe in prima istanza una interpretazione autentica e pratica degli stessi oltre che consentire una immediata verifica della compliance introducendo un processo virtuoso nella filiera.

Come poter attuare quanto detto? 

Sarebbe necessario definire un tavolo di lavoro congiunto con la partecipazione di esperti del settore e del sistema bancario al fine di standardizzare i modelli di perizia.

Importante sarebbe il coinvolgimento della Banca d’Italia come coordinatore.

Un aspetto rilevante conseguente è quello di fornire a tutta la filiera un’adeguata formazione affinché tutti gli attori coinvolti possano operare adeguatamente relativamente alla propria funzione.

Quindi?

È un momento di possibili cambiamenti, che potremo controllare solo attivandoci tempestivamente ed unitariamente, diversamente rischiamo che le scelte non fatte oggi ci vengano imposte dall’Europa con maggiori sofferenze.

 

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