Slitta "a data da destinarsi" la riunione al ministero della Giustizia del 12 settembre, indetta per discutere dell'applicazione dell'equo compenso per le prestazioni dei liberi professionisti (disciplinato dalla legge 49/2023 e in vigore da meno di quattro mesi): è stato lo stesso dicastero di via Arenula ad avvisare ieri gli invitati, ovvero i vertici di Abi, Assonime, Ania, Confindustria e Confcooperative e del Consiglio nazionale dei commercialisti, con una nota in cui si precisa che l'incontro è stato rinviato, giacché è "maturata l'esigenza di un dialogo con tutti i soggetti coinvolti". E, quindi, all'orizzonte si staglia una nuova convocazione delle parti interessate dalla normativa sulla giusta remunerazione dei lavoratori autonomi, che verrà "definita a breve".

È l'epilogo (temporaneo) di una diatriba scoppiata alcune settimane fa, quando, il 19 luglio, cinque fra le maggiori associazioni bancarie, assicurative e d'impresa hanno spedito una lettera ai ministeri della Giustizia e delle Imprese e del made in Italy, contestando "alcune rilevanti  distorsioni applicative" della legge 49 (un testo di iniziativa parlamentare che ha come prima firmataria la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e per la cui approvazione in tempi rapidi s'è impegnata tenacemente la maggioranza di centrodestra, ndr), tali da "dare luogo ad aumenti paradossali ed indiscriminati di tutti i compensi professionali, generando un volume di costi insostenibile" per le aziende.

Nella missiva, nonché nella successiva circolare di Assonime, compare pure l'allarme sulla possibile "escalation" degli emolumenti destinati ai professionisti che svolgono ...

Fonte: ItaliaOggi del 09/09/2023

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Equo Compenso