Nelle valutazioni immobiliari con il metodo del confronto di mercato si è diffusa la pratica di impiegare i prezzi di offerta (asking price) per gli immobili di confronto anziché i reali prezzi di compravendita. L’utilizzo dei prezzi degli immobili in offerta sembrerebbe trovare giustificazione nel fatto che nel mercato immobiliare del nostro paese non sempre risulta facile reperire i veri prezzi, e allorquando si rilevassero gli atti di compravendita degli immobili comparabili, con o senza l’ausilio dei database oggi disponibili, potrebbe essere messa in discussione la veridicità del prezzo dichiarato. Se si aggiunge che l’utilizzo degli asking price è previsto dalla recente norma UNI 11612:2015 sulla “Stima del valore di mercato degli immobili” ecco che il loro impiego sembra essere entrato di diritto nella pratica valutativa.

Ma le cose stanno veramente così?

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