Il (nuovo) «cantiere» dell'equo compenso per le prestazioni professionali riaprirà presto i battenti: è già intenso, infatti, il «pressing» sul ministero della Giustizia dei vertici di alcune categorie ordinistiche, affinché dopo la pausa estiva vengano aggiornati prima possibile i parametri per la determinazione delle remunerazioni, passaggio fondamentale per la corretta implementazione della legge 49/2023, in vigore dal 20 maggio scorso.
E, sempre a partire dal vicinissimo mese di settembre, nel segmento dell'occupazione indipendente ferve l'attesa di poter godere di una tassazione più «leggera», se si sceglie la strada dell'aggregazione, in linea con quanto messo nero su bianco nella riforma fiscale (legge 111/2023).
È ampio il ventaglio dei «ritocchi» normativi invocati dalle rappresentanze dei lavoratori autonomi (anche) per fornire servizi migliori alla collettività e rivitalizzare il nostro sistema produttivo: a fine luglio, ad esempio, in occasione della convocazione della cabina di regia sul Pnrr (il Piano nazionale di ripresa e resilienza) da parte del ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto, il presidente di Confprofessioni Gaetano Stella aveva suggerito di avvalersi di ingegneri, architetti, periti industriali e geometri per sciogliere i «nodi» che «frenano la messa a terra degli investimenti innovativi, come le comunità energetiche e l'attuazione del REPowerEu sull'energia», nonché per «la costruzione di asili nido e studentati» e per ridurre il rischio idrogeologico. E aveva sollecitato il governo ad «aumentare le risorse del Fondo impresa femminile» nel quadro del Pnrr che «va a beneficio delle libere professioniste», per il quale «sono state presentate oltre 13.000 domande».
La forte spinta a unire competenze e giro d'affari fra colleghi, poi, potrebbe crescere con l'uscita (nei prossimi mesi) del decreto attuativo della riforma dell'assetto tributario che stabilisce la neutralità fiscale delle...
leggi tutto nel pdf
Fonte: ItaliaOggi del 24/08/2023
Categorie:
Equo Compenso